Comunicato Stampa

24.06.2017 21:43

Il C.A.A.R.T, Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana, esprime soddisfazione dopo la sentenza della Corte Costituzionale 14 Giugno 2017, n.139, riguardante la legittimità costituzionale delle modifiche alle norme sul prelievo venatorio approvate dalla Regione Liguria nel dicembre 2015, e in particolare per la dichiarata illegittimità costituzionale delle norme che consentivano l'attuazione dei piani di abbattimento della fauna anche ai cacciatori riuniti in squadre e ai cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo faunistico o di selecontrollore.

 

E’ bene ricordare che la legge nazionale sulla caccia abilita all'attuazione dei piani di abbattimento soltanto le guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali eventualmente coadiuvate dai proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi purché muniti di licenza venatoria nonché delle guardie forestali e comunali munite di licenza venatoria e non permette, quindi, ai cacciatori di prendere parte all'abbattimento, a meno che non siano proprietari o conduttori del fondo sul quale si attua il piano.

 

Il C.A.A.R.T. porta altresì a conoscenza di tutti di avere formalmente sollecitato il Governo nel marzo 2016 ad impugnare norme analoghe a quelle dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale che sono state approvate in Toscana con la cosiddetta “Legge Remaschi”, ovvero con la legge regionale 9 febbraio 2016, n. 10 “Legge obiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana” che  “per interventi di tutela della produzione agricola e zootecnica” consente ai cacciatori abilitati alla caccia di selezione agli ungulati di partecipare ai piani di controllo e “per prevenire o eliminare i danni alle produzioni agricole” consente la partecipazione ai piani di controllo anche alle squadre di caccia al cinghiale.

 

Perché il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale soltanto la legge della Regione Liguria e non anche quella della Regione Toscana malgrado fosse stato sollecitato a farlo?

 

E cosa intende fare adesso la Regione Toscana sapendo che le norme che consentono ai cacciatori di partecipare ai piani di abbattimento sono senza più alcun dubbio costituzionalmente illegittime?

Il C.A.A.R.T.  sta anche preparando un Progetto di controllo ecologico che verrà sottoposto quanto prima all'attenzione degli Amministratori regionali e dell'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano per trovare alternative al costoso e crudele piano di eradicazione del muflone elbano, piano che prevede anche in questa occasione la partecipazione attiva dei cacciatori responsabili dell'immissione dei mufloni. 

Occorre  modificare radicalmente l'approccio verso il territorio e gli animali selvatici; gli ATC non possono e non devono più essere gli unici GESTORI del territorio con la compiacenza dei politici.

Il territorio deve essere salvaguardato, difeso e preservato e ogni intervento di ripopolamento o "prelievo" deve essere ben ponderato e analizzato nelle sue inevitabili conseguenze.

E' tempo di dare maggiore peso e voce a chi ama il proprio territorio e non ne farà mai guadagno!

Stefano Corbizi, Portavoce CAART

 

 

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