Di nuovo caccia all'orso in Trentino

31.07.2019 16:54

CACCIA A M49, "20MILA EURO, ECCO QUANTO VALE LA VITA DI UN ORSO": LAV DIFFONDE I DATI UFFICIALI DELLA PROVINCIA DI TRENTO, OTTENUTI CON ACCESSO AGLI ATTI
NEGLI ULTIMI 10 ANNI LE VITTIME DELLA CACCIA SONO STATE 178, QUELLE DEGLI ORSI 0

Da una nota del presidente LAV Italia Gianluca Felicetti:

Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha condannato l’orso M49 al massimo della pena solo perché ha predato alcuni animali non custoditi, oltre che mangiato frutta, miele e latte, il tutto per un danno economico accertato pari a circa ventimila euro (si tratta di danni attribuiti con certezza a M49 dal Servizio Foreste e Fauna-Settore Grandi Carnivori della Provincia di Trento, nel periodo che comprende tutto il 2018 fino al 29 maggio 2019 e riportati nei report prodotti dal Servizio stesso). Un’inezia se si pensa che la Provincia di Trento introita ogni anno svariati milioni di euro per attività connesse al turismo. Un turismo che negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita costante (+26,2% nel 2018), attratto dalle bellezze e dalla naturalità dell’ambiente alla quale danno un contributo concreto e positivo gli animali selvatici che lo popolano, orsi compresi.

Nonostante i dati economici riportino a un valore trascurabile gli indennizzi corrisposti per i danni prodotti da M49, questi sono utilizzati dal Presidente Fugatti come prova della sua pericolosità, sia per deciderne la cattura, sia per deliberare il 22 luglio scorso la possibilità di ucciderlo nel caso in cui “si verifichino situazioni che, in relazione al comportamento assunto da M49, possano determinare ulteriore pericolo grave ed imminente per l’incolumità di terzi”.
Un orso quindi nel mirino della Provincia per la sua ipotetica pericolosità che però è nulla se confrontata con le vittime che ogni anno la caccia – un contestato “passatempo” per circa mezzo milione di cittadini – comporta nell’indifferenza delle istituzioni nazionali e locali.

Analizzando i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia, si scopre infatti che nelle ultime dieci stagioni venatorie (ogni stagione venatoria dura meno di cinque mesi l’anno), negli ambiti venatori del nostro Paese i fucili da caccia hanno ucciso ben 178 persone. Una strage gravissima, di proporzioni eccezionali, ancor di più se messa a confronto con i morti provocati dagli orsi nello stesso periodo: zero!

Eppure questi numeri, infinitamente più drammatici e concreti della ipotetica pericolosità di M49, non hanno mai risvegliato l’interesse di alcun amministratore. Mai nessuno di loro ha convocato riunioni urgenti con i Prefetti, mai sono state adottate misure urgenti di sospensione della caccia, mai neppure un giorno è stato sottratto ai fanatici della doppietta, nonostante le 178 morti che pesano sulle loro coscienze.

Solo grandi regalie, come i 980 mila euro elargiti nel 2013 dall’Amministrazione Rossi all’Associazione Cacciatori Trentini o come l’impegno profuso da Roberto Paccher, Presidente del Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige, nonché Presidente dell’Associazione Cacciatori Capannisti, che a febbraio 2019 si è speso in prima persona per evitare il rischio che 600-700 cacciatori pregiudicati potessero perdere la loro licenza di caccia.

Se la preoccupazione del Presidente Fugatti per l’incolumità dei cittadini è reale, attendiamo ora un suo impegno urgente e concreto per promuovere il divieto di caccia nel nostro Paese, salvando così le 18 persone che - secondo statistica – rischiano di essere uccise dai fucili dei cacciatori a partire dalla terza domenica di settembre, fino al 31 gennaio prossimi.

 

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