La Regione Toscana VS i piccioni: lettere a Politici e giornali

07.05.2016 22:03

Ecco la lettera della nostra portavoce.

Gentile Presidente Enrico Rossi

Gentile Assessori Remaschi e Saccardi

Gentili Consiglieri

Egregi Giornalisti

il CAART ( Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana) sostiene e sottoscrive la lunga e dettagliata lettera della Presidente Gabbie Vuote,Membro del CAART, Mariangela Corrieri.

E' inaccettabile che la Regione Toscana ricorra sempre agli stessi metodi cruenti per distruggere, eradicare, uccidere specie animali.

Continuiamo a sostenere che occorre  da parte degli agricoltori ed allevatori un maggior impegno nell'uso dei dissuasori e altri metodi, per i piccioni esiste la sterilizzazione chimica nei mangimi,  da parte delle Amministrazioni un supporto informativo ,un controllo capillare sul territorio.

Insomma continuiamo a chiedere lo stesso atteggiamento diverso dalla sola volontà di ricorrere alla facile e crudele soluzione delle armi che pare sia quella che voi preferite !!

I piccioni sono animali inoffensivi,quasi domestici, i Comuni devono impegnarsi nell'uso dei mezzi non cruenti, questa è la strada della vera civiltà.

Ribadiamo ancora come animalisti e come individui che amano il proprio pianeta il nostro totale rifiuto ad ogni forma di ripopolamento e immissione di specie di animali, quasi sempre il nostro intervento produce danni ancora  maggiori alla natura. 

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, orsi,cinghiali dell'est immessi dai cacciatori,le nutrie ora destinate alla prossima ecatombe ma la cui colpa è solo quella di essere state portate in Italia e allevate per le pellicce. Per tacere dei corvidi che hanno colonizzato le campagne e i boschi. 

Dobbiamo avere più fiducia nella " legge biologica della capacità portante " l'autoregolazione delle specie animali,che peraltro è stata in passato valida anche per l'uomo.

Infatti quando parliamo di  rispetto, parliamo di fiducia, due sentimenti molto vicini,  se abbiamo fiducia rispettiamo e ci affidiamo.

Dobbiamo avere più fiducia nella natura e non considerarla solo un nemico da ridurre in schiavitù !

Gabriella Costa-Portavoce C.A.A.R.T. (Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana)

Ecco invece la lettera di Mariangela Corrieri

Gentilissimi signori

dai giornali  https://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2016/05/04/news/e-un-tiro-al-piccione-la-regione-100mila-sono-da-abbattere-1.1341  -  https://www.astampa.rassegnestampa.it/comunefirenze/PDF/2016/2016-05-05/2016050533112771.pdf   e solo dai giornali, apprendiamo i meccanismi guerraioli della Regione. Quelli che vengono tenuti nascosti e comunicati soltanto a cose fatte.

La guerra agli animali, iniziata dall'attuale governo toscano, va avanti. Dopo cinghiali, daini, caprioli, cervi e mufloni (contro i quali abbiamo chiesto al Governo centrale l'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale senza ottenere risposta - tale padre tale figlio), i signori del potere hanno trovato un altro bersaglio, facile naturalmente: i piccioni. Centomila ogni anno. Intanto per tre anni, a reiterare.

Sono docili, sono domestici, non temono l'uomo. Vittime predestinate dai cercatori di vittime. Non serve ragionare, pensare o meditare: basta scrivere due parole, premere un grilletto e il piccione da domestico diventa selvatico, da cittadino diventa campagnolo e si può ammazzare. Lo scopo è dare fiato alle armi dei fucilatori, alle casse degli armieri e all'assoluta mancanza di etica naturalistica dei troppi amministratori. La Toscana di oggi ascende al trono che si merita: quello del carnefice.

Il motivo? Il solito, vetusto, fritto e rifritto, degno di gente senza fantasia: danni all'agricoltura. Tanto chi può contestarlo se non gli animalisti, quelli che vorrebbero un mondo migliore, dove le armi che prima servono contro gli animali e poi contro i cristiani venissero abolite e che a nessuno fosse permesso di vivere sulla morte di qualcun altro?

In realtà il vero movente non sono i danni all'agricoltura, sono l'orgasmo della morte, del denaro del potere. E, come ha detto il Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo:  "I politici non hanno smesso di rubare (aggiungiamo noi: di mentire), hanno smesso di vergognarsi".

Fino a qualche hanno fa, quando columba livia era considerata domestica e non cacciabile, erano i comuni a decretarne la morte. Poi, almeno a Firenze, grazie ad un'amministrazione dialogante, si capì che i vari motivi di disturbo altro non erano che inganni.

Inganno quello del degrado dei monumenti:  L'indagine Salvalarte  promossa dal Ministero della Cultura, effettuata alcuni anni fa da Legambiente su 60 monumenti italiani, ha dimostrato come il maggior responsabile del cancro della pietra risulti il traffico automobilistico sia per le vibrazioni che per l'inquinamento atmosferico che produce.

Inganno quello della trasmissione delle zoonosi: Il prof. Tolari del Dipartimento di Patologia animale Università di Pisa  che ha preso in esame tutti i casi di contagio da piccione ad essere umano fino ad oggi riscontrati a livello mondiale, dimostra, dati scientifici alla mano, che "il rischio di contrarre una qualsiasi malattia dai piccioni è inferiore ai rischi che si corrono salendo a bordo di un qualunque autobus in ora di punta".

Infatti, i piccioni soggiacciono alla legge biologica della capacità portante (mai neppure rammentata dagli attuali amministratori) ovvero si riproducono in funzione della quantità di cibo a disposizione e dei siti di nidificazione. Come tutte le popolazioni animali, escluso l'uomo (l'1% degli umani possiede più del restante 99% della ricchezza - Rapporto Oxfam al World Economic Forum di Davos nel 2015), gli animali  si autoregolano per cui quelli uccisi vengono prontamente sostituti da maggiore natalità, minore mortalità naturale e immigrazioni.
  
Quindi, mentre in un primo tempo, il povero piccione era perseguitato dalle ordinanze comunali per motivi di decoro urbano e igiene pubblica ora è la legge regionale che, invocando "gravi, notevoli, ingenti danni all'agricoltura e agli allevamenti", emette la legge di abbattimento. E mentre prima si uccidevano a migliaia nelle città, con le trappole, il gas e iniezioni di tanax al cuore (Firenze), ora si uccidono a centinaia di migliaia nelle campagne con le fucilate.

 Ma la stessa legge 157/92 prevede il controllo delle popolazioni  con metodi ecologici  correttamente applicati e solo in caso di inefficacia degli stessi potrà seguire l'abbattimento con fucile.
Sono stati usati i metodi ecologici, è stata verificata la loro corretta applicazione e successiva inefficacia? Ne chiediamo ufficialmente la documentazione agli amministratori che ci leggono per conoscenza. Saranno in grado di fornirla?

Ci piace rendere noto che la Città Metropolitana di Bologna, a seguito del proprio piano di controllo del colombo nell'ambito rurale, ha tratto le seguenti conclusioni: "Risulta chiaro come,  a numeri crescenti di capi abbattuti da 919  (nel 2001) a 25.147 (nel 2011), in questi undici anni il valore economico dei danni risarciti si sia mantenuto pressochè costante. Ovvero a uno sforzo crescente consegue una stabilizzazione del problema". Essendo questo un dato concreto ci aspettiamo un giudizio conseguente. Oppure no?

Stante quanto sopra chiediamo alla Regione Toscana che desista dall'avviare la barbarie dello sterminio di 100.000 colombi all'anno, che applichi correttamente i metodi ecologici e che non si limiti ad ascoltare lamentele verbali e la sola classica unica campana e, infine, sempre che ne sia capace, consideri quanto indegno sia l'essere umano che distrugge vite innocenti sedotto da facili guadagni o egoistiche emozioni.

Soltanto ciò che non si vuole è impossibile.

Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze

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