Caccia in Toscana - Comunicato Stampa

06.02.2020 17:47

Situazione della caccia in Toscana e osservazioni sulla  Proposta di legge n. PDL 430...Modifiche alla legge regionale12 Gennaio 1993,n.3...

" Gestione e tutela della fauna selvatica ..."

Premesso che

il nostro territorio sta iniziando ad affrontare i cambiamenti climatici, gli animali selvatici sono quelli che più di altri stanno risentendo degli squilibri derivati dai cambiamenti climatici, da un'eccessiva antropizzazione, da immissioni di specie di animali alloctone da parte dell'uomo , con danni e conseguenze che gravano sul bilancio della regione e dello stato, e con conseguenze anche sulla salute dell'uomo, ultimo 'step' della catena.

Siamo dunque obbligati, per cercare di arginare questa situazione, a destinare ingenti risorse economiche da investire su un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile ed ecosostenibile.

Occorre iniziare con coraggio una nuova gestione del territorio meno “predatoria” di quella attuale, e più rispettosa della natura, degli animali e dei loro tempi.

Un  territorio suddiviso ed organizzato in ATC poteva essere un sistema valido fino a pochi anni fa.

Adesso il mantenimento degli ATC ( cioè la suddivisione dell'intero territorio in Ambiti territoriali di caccia dotati di poteri sempre maggiori e di fatto indipendenti da altre forme di controllo)  e della caccia ad essi collegata,  risulta troppo costosa e addirittura dannosa e controproducente.

Si fa notare che il totale dei praticanti la caccia nella nostra regione è di circa 70.000, ovverosia meno del 2% della popolazione della Toscana al 2018 (3.720.000), e che buona parte di coloro che sono in possesso di licenza di caccia hanno un'età superiore ai 60 anni. E' prevedibile che nel prossimo decennio il numero dei praticanti l'arte venatoria si riduca ancora notevolmente: appare perciò non ragionevole considerare nel medio-lungo termine i cacciatori come una risorsa imprescindibile per la gestione della fauna e del territorio.

Pertanto, le Associazioni ambientaliste del CAART, Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana, chiedono un drastico cambio di impostazione e di gestione del territorio toscano.

1 ) Si chiede di introdurre una nuova gestione che riduca gradualmente l'importanza degli ATC così concepiti in favore di gestioni condivise con esperti ambientali e di mantenere da parte della Giunta regionale ogni forma di controllo sia sulle attività degli ATC che sui bilanci.

Gli ATC e le maggiori associazioni venatorie hanno ricevuto dalla regione  Toscana, cioè dalle tasche dei cittadini, quasi un milione di Euro nel solo anno 2018, e ora chiedono nuovi fondi. Non solo ma i cacciatori hanno chiesto la drastica riduzione delle tasse sulla caccia ( dal 10%  al 5 %) e alcuni ATC dicono di essere in deficit.

2 ) Si chiede di vietare la riproduzione e il ripopolamento di fauna selvatica, in particolare degli ungulati,  onde evitare le gravi conseguenze addotte dalle associazioni agricole che richiedono danni, dunque oneri che la regione cioè i cittadini, devono pagare,  e che richiedono  come conseguenza l'utilizzo dei cacciatori in una perversa spirale  che comunque prima o poi inevitabilmente si interromperà.

3 )Si chiede di vietare di affidare il controllo degli ungulati agli stessi cacciatori

Nessuno dei soggetti legati agli ATC  ha un vero interesse a risolvere il problema, (vedi ungulati allevati e immessi dai cacciatori come tante specie anche alloctone, destinate poi ad essere uccise, oltre a  gravi e numerosi episodi di bracconaggio e reati vari documentati ampiamente dai Carabinieri Forestali)

4 ) Si chiede di vietare l'utilizzo dei richiami vivi, pratica crudele e inammissibile nel 2020.

5 )Si chiede di iniziare a rendere davvero fruibile il territorio, i boschi, i sentieri  ai camminatori, agli sportivi, alle famiglie, liberando il territorio dal pericolo dei cacciatori e dal pericolo di essere feriti e uccisi ( maggior numero di feriti e morti per la caccia che in altri tipi di danni provocati da animali selvatici)

6 ) Si chiede di proibire la caccia la domenica, oltre al martedì e al venerdì.

La domenica è un giorno di festa per le famiglie che devono potersi sentire al sicuro.

 7) Si chiede di revocare il privilegio, riconosciuto poco tempo fa ai cacciatori, di percorrere le strade bianche, altrimenti chiuse al traffico veicolare, a bordo delle loro auto.

Inoltre non deve essere più concessa in modo quasi automatico la preapertura della caccia, anche dopo periodi di grave stress per gli animali, quali siccità e incendi.

8) Si chiede di non intervenire in alcun modo nelle Oasi e nelle zone di protezione da parte degli ATC, associazioni venatorie e affini.

E' totalmente ingiustificabile l'intervento di privati, quali i cacciatori, che possono alterare pesantemente il delicato equilibrio ecologico delle aree sottoposte a protezione, come i Parchi e le Riserve regionali, che sono stati istituiti per garantire i valori naturalistico-ambientali non tralasciando fini compatibili, quali quelli turistico-ricreativi-culturali. I Parchi sono patrimonio di tutti i cittadini che devono poterne fruire in libertà e in sicurezza, cosa impossibile di fronte alle squadre di cacciatori.

Questi sono i punti che il CAART chiederà ad ogni candidato alle elezioni regionali che avverranno a breve.

La lobby della caccia sta diminuendo e la regione Toscana deve rendersi conto che la situazione è cambiata ed agire di conseguenza.

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