Caccia, strade e incidenti

30.06.2018 15:31

Condividiamo la lettera aperta ai giornali della nostra Mariangela Corrieri  inerente un fatto successo pochi giorni fa.

Gentili giornalisti,
si racconta tra le storie (La Nazione  27 giugno 2018) quella del cervo che ha investito un'auto che viaggiava a 130 km all'ora e non quella dell'auto che viaggiava a 130 km all'ora e ha investito un cervo.
Tutto si guarda dal nostro punto di vista umano prettamente egoistico, egocentrico, narcisistico dimenticando che nel mondo ci sono 60 miliardi di punti di vista
egoistici, egocentrici e narcisistici.
Nella storia raccontata il cervo è morto in un lago di sangue mentre per i tre abitanti umani neppure un graffio. Il cervo non sapeva leggere l'italiano ma gli umani potevano benissimo leggere, anche se al buio delle due di notte, il cartello di "pericolo attraversamento animali".
Poichè nell'articolo si rammentano i 118 incidenti del 2017 con 11 vittime e 145 feriti, vogliamo invece rammentare le 115 vittime
tra cui 30 morti  (ma secondo il linguaggio dei cacciatori: effetti collaterali) delle 98 giornate disponibili (5 su 7) e 64 fruibili effettivamente da ogni cacciatore (3 su 5) della stagiione venatoria 2017/2018 https://vittimedellacaccia.org/component/content/article/42-dossier/3211-2018-01-31-15-17-50.html. Perchè non considerare questi "incidenti" dei veri e propri "omicidi venatori" alla stregua degli omicidi stradali per i quali si è varata una specifica legge?
Secondo i dettami della nostra società, gli animali innocenti possono morire, soffrire, agonizzare...... ma anche gli umani uccisi, feriti, menomati dai cacciatori sono senza santi in Parlamento.
D'altra parte la Regione Toscana ha dato il via all'uccisione di 100.000 ungulati ogni anno che pagano per i pochi incidenti di cui sono responsabili, non gli animali a cui è stato sottratto l'habitat e corrotta la legge biologica della capacità protante, ma dai cacciatori stessi e loro adepti per la sregolata importazione, l'allevamento, l'immissione, il foraggiamento, la distruzione dei bschi e la mancanza di corridoi ecologici.
Se niente cambierà, abituiamoci agli incidenti perchè è ciò che le istituzioni in realtà accettano quando non si preoccupano di convertire gli errori in buone pratiche.
Grazie per l'attenzione.

 

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