Comunicato Stampa del 10/01/18
" La nuova guerra contro gli animali selvatici e la natura. Come superarla?"
In questi ultimi anni si è accentuata ed esasperata una guerra senza quartiere contro tutti gli animali selvatici, contro ogni sorta di ungulati, contro i grossi plantigradi immessi dall'uomo con soldi europei,contro le nutrie responsabili di frane e alluvioni,fino ai piccioni e adesso contro i lupi, tutti responsabili di ogni male sul nostro territorio, sia in Toscana che in tutta Italia.
Certamente l'antropizzazione eccessiva e adesso il nuovo ritorno all'agricoltura e ad un allevamento non solo intensivo, hanno accentuato e inasprito le differenze fra i difensori degli animali, che appaiono come ostacoli al progresso e al buon funzionamento delle aziende e gli agricoltori- allevatori che subiscono dei danni.
Si devono ovviamente rimborsare quei danni che siano accertati e controllati, confidando nella piena funzionalità ed esperienza dei nuovi Carabinieri Forestali, così come occorrono piani di controllo dei cani padronali vaganti, cani inselvatichiti, cani dispersi dei cacciatori, cani ibridati, tutti animali randagi che non lo sarebbero se si lottasse davvero per frenare il randagismo.
Noi siamo convinti che si possa e si debba andare oltre una mentalità distruttiva e di morte che vede nell'eliminazione, nell'eradicazione la soluzione più comoda e veloce.
Occorre invece accrescere una coscienze sociale biocentrica che parta dal rispetto dovuto ad ogni animale, che sia un animale domestico o un animale selvatico, ognuno "essere senziente" che non ha chiesto di venire al mondo né di essere immesso a vivere in territori dove gli è impossibile procacciarsi il cibo.
E' tempo di pensare ad una legge che sancisca il DIVIETO PERMANENTE DI IMMISSIONE SUL TERRITORIO DI ANIMALI SELVATICI AUTOCTONI E NON AUTOCTONI, perché ogni immissione di animali, spesso un regalo ai cacciatori o frutto di progetti di ripopolamento discutibili e costosi come quello degli orsi in Trentino, porta conseguenze tragiche,pericoli per le persone e sofferenze agli animali.
Non siamo assolutamente d'accordo con la proposta di attivare l'originario Piano di conservazione del lupo che, proprio per conservarlo, assurdamente, ne prevede l'abbattimento del 5%. Secondo la consumata ipocrisia dei politici, abbattere significa conservare. Ma chi lo può credere? E chi lo può accettare?
Se si proclama l'importanza della biodiversità tanto da raggiungere la spietatezza con l'eradicazione della nutria per esempio (animale alieno per colpa umana, importato dall'America del Sud per la pelliccia https://www.gabbievuote.it/la-nutria-myocastor-coypus.html), la persecuzione infinita degli ungulati (cinghiali, cervi, daini, caprioli, mufloni cacciabili in Toscana ogni giorno dell'anno e ovunque per tre anni consecutivi in barba all'art. 117s della Costituzione) o tutti gli altri stermini che interferiscono con la legge biologica della capacità portante, quale più nobile custode di questa biodiversità se non il lupo?
Animale simbolo, icona, perseguitato per secoli, portato sull'orlo dell'estinzione (100 lupi in Italia negli anni '70), poi inserito in qualità di specie "vulnerabile", nella Lista Rossa redatta dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e infine tutelato in tutta Europa con leggi precise. Non si può catturare, uccidere, disturbare, detenere, trasportare scambiare e commercializzare (Direttiva Habitat).
Secondo il Ministero dell'Ambiente i lupi in Italia sono 1500 e chi dice che in Toscana, una tra le venti regioni italiane, siano 600? Luigi Boitani, massimo esperto di lupi dichiara, fra l'altro, che: "una convivenza pacifica è impossibile, è impossibile pensare che non ci sia neppure una pecora uccisa dai lupi in Italia, l'obiettivo da raggiungere è quello di una coesistenza, anche il lupo ha diritto di vivere".
Occorre approfondire le strategie di protezione valide per gli animali d'allevamento (recinti elettrici, recinzioni in rete, ricoveri notturni, cani da guardiania sul pascolo brado e semi brado....) cosicchè, come dicono i Carabinieri Forestali, "se la strategia di prevenzione è ben fatta e seguita da tecnici competenti, farebbe crollare la predazione drasticamente" ?
Nel 2018 sono state dichiarate a rischio di estinzione ben 16 specie, tra cui alcune italiane, per non parlare del 58% di calo delle popolazioni di vertebrati terrestri e marini. Difendiamo la biodiversità distruggendo gli ecosistemi? Uccidendo le prede? Uccidendo i predatori?
Ci auguriamo una libera e corretta riflessione da parte di coloro che fanno parte del mondo della politica e dell'Amministrazione Pubblica e da parte dei tanti che ne faranno presto parte.
Stefano Corbizi Fattori-Portavoce CAART
Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana
cell.3391647529
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