Diffida da parte dei "fiaccherai" fiorentini...

19.12.2016 21:36

COMUNICATO STAMPA

Era l'ottobre del 2008, quando solo 5 Associazioni protezionistiche (LIDA, OIPA, Pro Animals Onlus, CEDA e Progetto Vivere Vegan), decisero di dar vita a una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cavalli fiorentini; i cosiddetti "cavalli da traino". Sono passati otto anni da allora, otto anni in cui non ci siamo risparmiati nell'informare su quanto ingiusto e anacronistico sia in una città come Firenze - che per non essere da meno a confronto di altre encomiabili realtà urbane, ha speso milioni di euro per realizzare una tramvia, potendosi almeno sotto questo aspetto definire all'avanguardia - continuare a prevedere l'utilizzo di carrozze trainate da poveri cavalli. 

Oggi le associazioni che hanno aderito alla protesta sono diventate 40, e la petizione con cui si è quasi raggiunto le 15mila firme, è stata sottoscritta da tutti i movimenti aderenti al CAART: il Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana ( https://caart.webnode.it/chi-siamo/), ma solo tre delle associazioni che hanno dato vita alla protesta - fra cui la nostra LIDA - hanno ricevuto in questi giorni una diffida da parte dei legali dei fiaccherai. 

Suddetta diffida recita: 

“Nel corso delle manifestazioni … veniva posta in essere una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti dei fiaccherai fiorentini” consistente nell’esposizione di“fotografie di cavalli trainati dalle carrozzelle diversi da quelli adoperati a Firenze” nonché di “cartelloni con scritte forti relative al presunto sfruttamento della razza equina posto in essere dai vetturini nello svolgimento del loro lavoro” e nella diffusione “anche a mezzo stampa (volantini e articoli sui quotidiani regionali)” di “notizie false circa presunti maltrattamenti che i vetturini pongono in essere sui cavalli, quale ad es… i cavalli vengono picchiati per continuare a camminare .. e del tutto diffamatorie della figura del vetturino e della stessa sua persona”.

Orbene, la diffamazione è un reato, e accusare qualcuno - con motivi pretestuosi - di averlo posto in essere, è sicuramente un'offesa grave; il diffidarlo poi dal porre in essere atti considerati diffamatori (senza motivo comprensibile o apprezzabile), è sicuramente un'intimidazione; e il dichiarare (nella diffida) che la ripetizione degli atti ritenuti diffamatori comporterà la richiesta di “risarcimento dei danni” è sicuramente una minaccia.

L’evento per la manifestazione del 23 ottobre era intitolato “Terza mobilitazione contro l’utilizzo dei cavalli nelle carrozzelle”, (e non “contro l’utilizzo dei cavalli nelle carrozzelle a Firenze”) pertanto, anche per questo, era legittimo e sarà legittimo esporre fotografie di cavalli di ogni dove tanto più che le scritte che accompagnavano le fotografie erano più che appropriate (Tradizione? No! Crudeltà? Sì!). 

Non importa DOVE si consumino ingiustizie nei confronti degli animali, importa come e perché! 

Non abbiamo trovato volantini o articoli di stampa in cui vi sia traccia della frase “i cavalli vengono picchiati per continuare a camminare” e in generale di altre “notizie false”. Per di più definire “presunto” lo sfruttamento della “razza equina” per l'attività dei vetturini, suona quantomeno esilarante, come il sostenere che non vi siano rischi né siano mai accaduti incidenti a cavalli, persone o mezzi cittadini, poiché basta una veloce ricerca su google per smentire i dinieghi al riguardo contenuti nella diffida: 

https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2012/3-maggio-2012/ferito-cavallo-fiaccheraio-20119188452.shtml 
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/05/03/706867-Cavallo-imbizzarrito-si-ferisce-agli-arti-posteriori.shtml

https://www.nove.firenze.it/b007241611-cavalli-a-firenze-incidente-in-via-toselli.htm

https://www.firenzepost.it/2015/08/11/firenze-vetturino-multato-conduceva-la-carrozza-a-cavalli-col-caldo-a-39-gradi/

https://www.ilportaledelcavallo.it/articolo.asp?id_articolo=5893

Nella diffida si legge altresì della buona condotta dei vetturini, che rispetterebbero le limitazioni del regolamento di tutela animale evitando di svolgere servizio nelle ore più torride durante la stagione estiva; purtroppo possiamo smentire anche questa affermazione: a riprova del fatto che i cavalli lavorano anche con temperature troppo elevate, si veda l'esposto depositato dal CAART presso la Procura della Repubblica di Firenze nel mese di luglio 2015 o si ascoltino le numerose registrazioni delle telefonate dei cittadini pervenute alla polizia municipale per segnalare la relativa inosservanza.

Noi continueremo a protestare e informare, finché in questo povero mondo vi sarà ancora un barlume di democrazia.

I motivi della nostra protesta e le legittime richieste da parte degli attivisti, sono ampiamente citate in dettaglio nel testo della petizione: 

https://firmiamo.it/aiutiamoicavallidifirenze

 

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