Lettera alla Regione su "Proposta di legge Remaschi"
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Gentili Assessori e Componenti della Giunta Regionale della Regione Toscana,
considerando che la proposta di "legge obiettivo"dell'Assessore Remaschi per l'uccisione di centinaia di migliaia di cinghiali (3su4) per tre anni, ha come motivazioni apertamente dichiarate i danni all'agricoltura e gli incidenti stradali che questi animali causano;
considerato che, in base alle leggi attualmente in vigore (che non citiamo) e ad atti documentabili:
- tale proposta non tiene conto degli oltre 100 morti e feriti umani che i cacciatori stessi provocano ad ogni stagione venatoria (circa 900 in 8 stagioni dal 2007 all'ultima);
- le argomentazioni si basano su censimenti approssimativi da parte dei cacciatori e non da Istituti universitari o scientifici;
- il controllo della fauna selvatica dovrebbe essere praticato mediante l'utilizzo di metodi ecologici,contraccettivi da somministrare agli animali che potrebbero essere magari perfezionati se si volesse davvero invertire la rotta,
- essendo i cacciatori coloro che hanno rotto l'equilibrio biologico della "capacità portante", che hanno importato animali alloctoni, provocato ibridazioni, che allevano, ripopolano, foraggiano...e quindi coloro che hanno prodotto il problema, non sono tenuti, per contrasto di interessi, a risolverlo, anzi parte del denaro pagato dai cacciatori per permessi e altro potrebbe essere impiegato almeno per risarcire gli agricoltori, certamente i morti e feriti da incidenti di caccia necessitano di ben altri risarcimenti;
- "emergenza" è la parola magica su cui si appoggia il castello di carte della proposta, una parola utilizzata sempre per autorizzare le cacce di selezione, mentre BISOGNA VIETARE IL RIPOPOLAMENTO e interrompere questo ciclo vizioso;
- il fine ultimo, sorretto da cacciatori, armieri, macellatori, ristoratori, norcini.. della proposta è forse quello di creare una filiera di carne di cinghiale da immettere sul mercato;
- una filiera così praticata sconvolge il concetto scientifico di fauna selvatica trasformando il cinghiale in animale d'allevamento, con una carne che comunque non sarebbe sicura e pienamente controllata dagli Enti preposti, CAUSANDO RISCHI ALLA SALUTE PUBBLICA;
- i cinghiali che alimentano la filiera non saranno uccisi praticando le modalità cosiddette "compassionevoli" usate per gli animali d'allevamento ma subiranno il maltrattamento derivato dalla caccia in braccata (battuta e girata) metodo crudele che vede anche molti cani uccisi o lacerati con ferite ad effetto iceberg;
- per alimentare la filiera sarà necessario immettere continuamente cinghiali sul territorio prorogando senza limite quei problemi inerenti le colture agricole e gli incidenti stradali che si vorrebbero risolvere;
infine, considerato che:
- non è la prima volta che la Toscana viene accusata di illegittimità costituzionale in materia di caccia;
- altre Regioni italiane dopo aver perseverato con arroganza nelle loro politiche venatorie sono state condannate dalla Commissione Europea;
- l'Italia ha infranto innumerevoli volte le Convenzioni Internazionali e le Direttive Europee e per questo sottoposta a numerose procedure di infrazione;
facciamo presente che non ci limiteremo alle proteste verbali o scritte ma, richiamandoci alla Costituzione, alle numerose leggi nazionali ed europee, siamo pronti a coinvolgere la Magistratura se tale proposta dovesse essere approvata.
Distinti saluti.
Gabriella Costa - Portavoce C.A.AR.T.
( Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana)
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